Calcio e Green Pass

Stefano Corradini

Nel campo sportivo davanti a casa c’erano dei bambini che giocavano a pallone. Qualche passaggio a vuoto, un paio di assist fuori misura e le rimesse laterali battute non proprio a regola d’arte. Tutto sommato uno spettacolo gradevole. 

A un certo punto è arrivato un ragazzo, si è tolto la maglietta. Era sudato fradicio. Gli altri hanno iniziato a storcere il naso. Gli hanno detto di rimettersi la maglietta o quantomeno di asciugarsi. 

Lui ha fatto spallucce. «A calcio si gioca coi piedi, non mi serve la maglietta»
«Ma ce l’abbiamo tutti. Perché tu no?»
«Faccio quello che mi pare. A voi che vi frega?»

Hanno iniziato a giocare tutti insieme, ma i bambini stavano lontano dal tipo sudato e gli passavano la palla controvoglia. 

Poco dopo è arrivato il babbo di uno loro. «Tu, vieni qui. Se vuoi giocare ti metti la maglietta come tutti, chiaro?»
«Perché? Io gioco come mi pare»
«Ah sì? Beh, qui no. Se non ti va bene te ne vai a casa»
«Questo posto è di tutti e io faccio quello che mi pare»
«Allora puoi continuare a farlo a casa tua, fuori di qui»

Dopo qualche giorno quel bambino è tornato.

Indossava una maglietta bianca. Aveva qualcosa di angelico.

«Con chi sono in squadra?»

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